Nel 1996 l’Estonia lanciava Tiigrihüpe (“il balzo della tigre”), un piano nazionale che portò l’informatica in tutte le scuole del paese. Oggi, quasi trent’anni dopo, il paese baltico si prepara a un nuovo salto: si chiama TI Hüpe (“il balzo dell’intelligenza artificiale”), e ha l’obiettivo di integrare l’IA nei programmi scolastici su scala nazionale.
A partire da agosto 2025, con la formazione degli insegnanti, e da settembre con l’inizio delle lezioni, il progetto coinvolgerà 20.000 studenti tra i 15 e i 17 anni e 3.000 docenti in scuole secondarie.
Entro il 2027, TI Hüpe verrà esteso anche agli istituti professionali, raggiungendo 58.000 studenti e 5.000 insegnanti. L’obiettivo è doppio: potenziare le competenze digitali e creative degli studenti, e ridurre il carico burocratico degli insegnanti, ad esempio nella preparazione delle lezioni o nella valutazione automatizzata.

Chat GPT Edu: non vietare ma educare
Il programma è stato avviato dal presidente estone Alar Karis e si basa su una collaborazione diretta con OpenAI, che fornirà alle scuole estoni una versione dedicata del proprio assistente virtuale: ChatGPT Edu. Questo strumento, pensato per la didattica, sarà integrato tramite API personalizzabili, per adattarsi alle esigenze dei singoli istituti e docenti.
Secondo OpenAI, in Estonia è attivo un account di ChatGPT ogni quattro abitanti, e il software è già comunemente utilizzato per la scrittura, la programmazione e il supporto allo studio.
Mentre paesi come Francia, Paesi Bassi e Italia hanno deciso di vietare l’uso degli smartphone nelle aule, l’Estonia adotta una strategia opposta. Secondo Kristina Kallas, ministra dell’Istruzione e della Ricerca, il ruolo del governo non è proibire, ma guidare. «Dobbiamo insegnare agli studenti come usare questi strumenti, non ignorarli», ha dichiarato durante un evento a Londra.
In Estonia i sedicenni possono votare online, e i servizi pubblici sono quasi interamente digitalizzati: vietare l’uso della tecnologia a scuola sembrerebbe un controsenso. Le linee guida del programma TI Hüpe puntano invece a responsabilizzare gli studenti, soprattutto i più giovani, educandoli a un uso critico, creativo e responsabile dell’IA.
Dietro le quinte: chi lo ha ideato e come sarà realizzato
Il promotore del progetto è il Presidente Alar Karis, che nel dicembre 2024 ha riunito alcuni dei principali imprenditori tecnologici del paese per discutere il futuro dell’IA nell’istruzione. Da quell’incontro è nata la visione condivisa di AI Leap, presentata pubblicamente il 24 febbraio 2025, durante il discorso per la Festa dell’Indipendenza. Tra i sostenitori figurano personalità di spicco come Jaan Tallinn (Skype), Kaarel Kotkas (Veriff) e Taavet Hinrikus (Wise), insieme al Consiglio Digitale Presidenziale e al Ministero dell’Istruzione, guidato da Kristina Kallas.
Il programma sarà finanziato con fondi pubblici e privati, soprattutto nella fase iniziale, e sarà gestito da una fondazione indipendente e apolitica, che entrerà in funzione entro agosto 2025. Intanto, il lavoro è già partito: gruppi composti da insegnanti, ricercatori, tecnologi, studenti e aziende stanno definendo i contenuti del programma, i percorsi formativi e gli strumenti da adottare nelle scuole.
Sotto la guida del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, si stanno individuando le competenze fondamentali per formare gli studenti all’uso dell’IA, per poi sviluppare curricoli, materiali, tool e attività didattiche. Il progetto avrà un approccio sperimentale e adattivo, capace di evolvere grazie al confronto con le scuole e i partner internazionali. Non si tratta di imporre un modello fisso, ma di costruire nel tempo una cultura dell’uso consapevole e creativo dell’intelligenza artificiale.
La formazione degli insegnanti inizierà nell’autunno 2025, offrendo strumenti per integrare l’IA nella didattica, ridurre i carichi amministrativi e personalizzare l’insegnamento. Gli studenti, nel frattempo, avranno accesso a un ecosistema di applicazioni educative intelligenti, pensate per stimolare la curiosità, il pensiero critico e la creatività.
AI Leap rappresenta un investimento non solo nella scuola, ma nel futuro della società estone, con l’ambizione di renderla una delle più consapevoli e avanzate al mondo nell’uso dell’IA.
Aspetti negativi e preoccupazioni
Uno dei timori più diffusi riguarda i possibili effetti negativi dell’IA sull’apprendimento. Se usata senza guida, rischia di ridurre l’impegno degli studenti, portandoli a delegare troppo all’automazione. Ed è proprio per evitare questo scenario che l’Estonia ha deciso di intervenire. I ragazzi già usano questi strumenti: ignorarlo significherebbe lasciarli da soli, senza formazione né contesto. Al contrario, TI Hüpe mira a incanalare l’uso dell’IA verso un apprendimento efficace, guidato ed equo.
C’è anche il tema dell’abuso di dispositivi digitali. È vero che bambini e adolescenti passano già molto tempo davanti agli schermi, ma AI Leap non vuole aumentarne l’uso, bensì migliorarne la qualità. L’obiettivo è spostare l’uso della tecnologia dall’intrattenimento allo studio, con applicazioni educative che promuovano l’autonomia e l’apprendimento attivo.
Un altro aspetto fondamentale è quello dell’equità. Non tutti gli studenti possono permettersi l’accesso a strumenti avanzati o hanno le competenze per usarli. Rendere l’IA disponibile gratuitamente e con percorsi di formazione significa ridurre il divario digitale e offrire pari opportunità a tutti.
In questo contesto, l’Estonia si conferma pioniere: nessun altro paese ha lanciato un’iniziativa così ampia e sistemica a livello nazionale. Mentre altrove si sperimenta in singole scuole o regioni, l’Estonia sceglie una trasformazione coordinata e scalabile, fedele alla sua tradizione di innovazione digitale.
I promotori sanno che non esistono risposte perfette. TI Hüpe è un laboratorio a cielo aperto, da cui imparare, correggere, evolvere. E sarà anche una risorsa per gli altri paesi: l’Estonia è pronta a condividere risultati, errori e buone pratiche. Perché l’intelligenza artificiale non è il futuro: è il presente. E chi non si adatta, rischia di restare indietro.
E tu, cosa ne pensi?
L’intelligenza artificiale dovrebbe entrare nelle scuole anche in Italia o altrove? È giusto insegnare agli studenti come usarla, oppure bisogna limitarla?